La Livorno di Lorenzo

Nella nostra storia ricopre un ruolo importante, oltre a Firenze, anche la città di Livorno, la seconda città più importante della Toscana del settecento, apprezzata per la vivacità del suo porto e del suo centro commerciale.

"Livorno vantava una lunga tradizione come approdo degli stranieri grazie alla sua dimensione cosmopolita. Inglesi, fiamminghi, tedeschi, francesi vi convivevano con mercanti ebrei e orientali sin dal Cinquecento: la ricchezza della città derivava soprattutto dall’attività di porto franco e la florida struttura commerciale ne fece inoltre uno dei centri dove gli stranieri in Italia appoggiavano i loro accrediti di denaro. La presenza, a Livorno, di un ceto borghese vivo ed imprenditoriale portò nel corso del Settecento ad un notevole sviluppo economico del porto e ad un incremento della popolazione straordinario rispetto al resto dello Stato, che invece aveva visto e continuava a vedere diminuire la popolazione urbana e ad accentuarsi progressivamente quella rurale. Inoltre il governo lorenese, nell'intento di sviluppare la navigazione mercantile toscana nel Mediterraneo, aveva stipulato trattati di pace, tra il 1747 e il 1750, con sultani arabi e tunisini, lasciando cosi prevedere la maggiore affluenza di traffici nel porto di Livorno con un conseguente aumento di popolazione. I privilegi concessi nel 1748 richiamarono talmente tanta nuova gente che nel 1751 e 1758 si rese necessario l'ampliamento della città." (Dott. ssa Fabiana Susini, I luoghi dell’accoglienza in Toscana nei secoli del Grand Tour: ospitalità, termalismo, villeggiatura, 2012-14)

Data l'importanza della città nell'economia del Granducato il suo ufficio postale assunse un ruolo fondamentale. Il Dipartimento di Livorno, dopo quello di Firenze, era il più importante per volume di posta trattata, essendo la città sede di molte imprese commerciali toscane ed estere, le quali, per svolgere in modo adeguato la loro attività, necessitavano di una rete di corrispondenti molto ampia in tutta l'Europa (cfr F. SCARSO, Una gestione attiva: il servizio postale del Granducato di Toscana (1681-1740).
Con mercanti di Livorno Lorenzo intrattiene frequenti e importanti contatti di lavoro per i suoi commerci, e a Livorno si reca spesso.

Ricordiamo tra questi mercanti:
Giuseppe Mazza, Luigi e Ferdinando Fenzi, Domenico Sambuchi, Giusepe Mastri, Cosgrand e Gamon, Boclhorinez e C., Gaetano Giustiniani, Vincenzo e Pellegrino Danty, Domenico Giubbilei, Andrea Bartolini, Giuseppe Pietro Biliotti, Cianchi e C., Tommaso Torricelli, G. Penk, Franco D'Ercole, Angiolo Mortera, Giuseppe Mostis, Giuseppe Pietro Biliotti, Gaetano Giustiniani, e gli amici Andrea delle Piane e Giacomo Gazzarrini.